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ALBUM & CD

TRIS DI ZAPPA

Di 1 Febbraio 20232 Commenti

La Musica per noi appassionati è sempre più rivolta al passato, dato che il presente è povero di fantasia. Analizziamo insieme le ultime uscite di Zappa.

Oramai dobbiamo abituarci. Con l’invecchiare fisico , alla natura non esiste rimedio, dei nostri idoli musicali, davanti al decadimento ed alla scomparsa ciò che resta al mercato per soddisfare le sue entrate e per immettere nuovi prodotti destinati a noi anziani appassionati non c’è che ricorrere alla produzione continua e sequenziale di materiale di archivio.

Oramai gli artisti che propongono fin dal giorno successivo il download del concerto della sera prima sono decisamente in aumento. Interi siti dedicati a interminabili elenchi di esibizioni che vengono scaricate con poca spesa per tenere in casa un ricordo indelebile di quanto vissuto o di quanto si sarebbe voluto vivere. Tra i più organizzati i Phish di Trey Anastasio che oltre a registrare e mettere in rete gli audio dei concerti, propongono anche le riprese in diretta streaming di cui, come stimolo, regalano ogni sera il brano iniziale dello spettacolo sui social.

Il mercato diversifica, signori. E considerato che la vendita dei supporti, cd o vinile, è limitatissima e superflua, il vero lesso, la ciccia su cui gettarsi, è diventata l’esibizione dal vivo, con tutto il contorno che ne deriva. Da molti anni oramai le rimanenti case discografiche sono entrate in società, se non hanno acquisito del tutto, le grandi case produttrici di eventi le quali, dopo aver incassato serenamente le percentuali, si sono inventate il secondary ticketing che altro non è che un mercato parallelo di rivendita di biglietti a prezzi maggiorati per chi non abbia voglia o coraggio di comprarsi gli ingressi con un anno o due di anticipo. Un mercato nero che pare illegale ma è legale. O viceversa.

Una seconda opzione a disposizione della casa discografica è la creazione di interi filoni di prodotti che vanno a coprire il mercato di chi preferisce ancora acquistare un supporto ufficiale senza passare per il download e per la creazione casalinga della confezione. In questo caso direi che quanto fatto con i Grateful Dead sia quanto di più incredibile si possa immaginare. Intere serie discografiche che raggiungono numeri da capogiro e che sono difficili da ricostruire persino per un vero Deadhead. Personalmente ho perso il conto e il nome delle serie e non ho neppure idea se esista veramente sul web una discografia completa ed aggiornata del gruppo; ogni tanto quando vedo un concerto particolare di cui trovo recensioni positive che non siano riferite a giornali “di partito”… me lo compro.

Esiste una terza e più semplice, sulla carta, opzione che poi si suddivide in due filoni distinti : il primo che vede uscire edizioni di lusso o di extralusso in occasione di ventennali, trentennali, eccetera. Box costosi e spesso attraenti che possono diventare tuoi con la cessione di un rene o di parte del fegato; quanto fatto negli ultimi mesi con Tom Petty, Thin Lizzy, Little Feat direi che possa essere assolutamente indicativo. Sogni che si concretizzano in otto, dieci cd con foto e libretto e che ascoltati per intero una volta o due finiscono per ingombrare mente e spazi in casa. Chissà perché non si prova mai a riflettere sugli spazi che questi prodotti vanno poi a rubare nei nostri scaffali…

Il secondo filone è il recupero di scarti di registrazioni, prove alternative, episodi da studio ed in questo direi che Bob Dylan e Frank Zappa siano tra gli artisti più prolifici. Il gioco è semplice : dato un numero certo di appassionati che non perderebbero neppure le registrazioni delle telefonate tra un Dylan e il patronato per informarsi sull’ammontare della pensione, si recuperano le sessioni di registrazione di un disco e si inonda il mercato con dodici versioni di Tangled up in blue, scatenando la corsa a distinguerne le sfumature.

Per Zappa i curatori del suo archivio, chiamato The Vault, e che poi sono Joe Travers e il figlio tonto Ahmet, hanno scelto di alternare registrazioni di sessioni a recuperi di concerti, cercando di dare alle varie date prescelte una giustificazione per la stampa. Se riesco ad evitare di soffrire per la mancanza delle sessions di Time out of mind di Dylan o per l’ennesimo concerto del 1987 dei Dead, non riuscirei a dormire serenamente senza avere in casa tutte le “nuove” uscite di FZ. Per cui, dopo un tentativo andato a male di farmi regalare qualcosa per natale, ho deciso di comprare, in blocco, le uscite ufficiali numero 122, 123 e 124.

Essendo stato un tape trader, un accumulatore seriale di registrazioni su nastro che scambiavo con mezzo mondo e che oggi giacciono in cantina in attesa di un appassionato che le riporti in vita digitale (…stanno lì, chiedetemele, ve le darò gratuitamente in cambio di una copia pagata per me! C’è di tutto da AC/DC a ZZ Top…), conoscevo già parte del contenuto di Zappa/Erie , box di sei cd dove è possibile ascoltare in glorioso stereo la mitologica esibizione dell’Edimboro State College del maggio del 1974. La giustificazione per la scelta, qualità della medesima a parte, sta nella formazione che vede contemporaneamente due soggetti, Don Preston mago e sviluppatore di sintetizzatori insieme a Jeff Simmons, chitarra e voce; musicisti che sono gravitati nel mondo delle Mothers per breve periodo e difficilmente nel medesimo. La scaletta propone alcune selezioni dei primissimi tempi insieme a quelle cavalcate jazz rock e blues che hanno reso imprescindibile il famoso Roxy & Elsewhere. Ma la serata di Edimboro era una di quelle speciali perché lì si festeggiavano i dieci anni delle Mothers Of Invention… ecco giustificata una scaletta inusuale.

Dopo un paio di tracce bonus fa capolino la registrazione di pochi mesi successiva, novembre 1974 dove la formazione è a sei, con la adorabile Ruth Underwood alle percussioni; è questa la formazione delle lunghe suite strumentali, quelle che proprio sono indigeste a chi vive di “americana” o crede che la semplicità dei tre accordi sia il limite al jazz…qualsiasi riferimento a personaggi realmente esistiti non è casuale.

Restando a Erie ma in un’altra sala da concerto, nel novembre di due anni dopo, il 1976, la formazione che era diventata a dieci per le serate del Palladium ad Halloween …quando Zappa, ospite del Saturday Night Live aveva ricevuto la preghiera della sezione di fiati della house band del SNL di potersi esibire con lui per Ognissanti, preghiera accolta… diventa a sei, con la quasi occasionale presenza di Lady Bianca, una tastierista di colore che avrebbe dovuto dare una impronta molto “black” ma che purtroppo resistette per soli due o tre mesi nel tour di quell’anno. Pensate che nel 1976 la formazione di Zappa cambiò quasi totalmente per ben tre volte, con l’ingresso di Edwin Eddie Jobson al violino e tastiere, ruotando sui soli Napoleon Murphy Brock e Terry Bozzio, elementi fissi.

Da annotare che per ricostruire al meglio la sequenza della scaletta, al concerto di base vengono sostituiti due innesti da concerti del medesimo novembre di soli uno o due giorni antecedenti o successivi. Peccato che non si sia voluto testimoniare la presenza dei due Flo & Eddie…Mark Wolman e Howard Kaylan… gli ex- Turtles che cantarono ospiti proprio in quei giorni con quella band.

Volete sapere se l’uscita numero 122 valga il suo prezzo nonostante io sia obbligatoriamente di parte ? Sì. La musica è bellissima e le esecuzioni splendide. Fate questo sforzo. Ah…dimenticavo : ingombro del box in stile album vinile…

L’uscita ufficiale numero 123 è un doppio cd che serve a testimoniare come le opportunità politiche possano diventare motivo di prove dal vivo : Zagreb/Ljubljana. Agli inizi di novembre del 1975 le Mothers in occasione del loro ultimo tour…dal marzo del 1976 si chiameranno solo Zappa le formazioni dal vivo… vengono invitate a suonare dietro alla cortina di ferro, in quella che pochi anni dopo diventerà la ex Jugoslavia per due concerti, a Zagabria e Lubliana. Prima di loro solo gli Earth Wind & Fire e Santana avevano ricevuto lo stesso invito.

Con un nuovo tastierista, lo sfortunato e poco noto ma fondamentale studioso dell’elettronica André Lewis ( a lui si devono le sperimentazioni elettroniche della chitarra di Frank su Black Napkins o Pink Napkins o Zoot Allures), e Roy Estrada nuovamente al basso, il gruppo che stava ancora provando tutti i brani del tour con l’aggiunta di Norma Jean Bell , voce e sax, sul palco per una delle cinque volte che resisterà in concerto, le Mamme volano in Europa per due soli concerti. Si tratterà di una prova dal vivo con almeno un paio di prototipi di brani che verranno sviluppati in seguito (Zoot Allures e Filthy Habits, Wind Up working in a gas station) e che si sente davvero che sono molto embrionali.

Il resto è il tipico concerto di quel tour e quella formazione che viene però resa rara dalla presenza della Bell che canta insieme a Napoleon. Divertenti le spiegazioni di FZ a brani che necessitavano di introduzione con gli sforzi nel richiedere se il pubblico sapesse davvero cosa fosse un “poodle dog”… per me un tuffo nel passato (vidi il concerto finale di quel tour, marzo 1976) ed una sorta di studio per lo sviluppo della “continuità concettuale”… per voi zappiani di confine forse superfluo, nonostante il costo relativamente basso del doppio.

Ed eccoci alla uscita #124 : Waka/Wazoo cofanetto di dimensioni cd di quattro dischi – più un blu-ray con i due album originali che riproducono il suono “di studio” – che celebra le due uscite che vennero glorificate con la band a venti elementi Grand Wazoo e cementate con quella di soli dieci chiamata Petit Wazoo. Due dischi, Waka Jawaka e Grand Wazoo, che definire avanti nei contenuti e nella musica sarebbe riduttivo. Sono i dischi che mostrano lo Zappa orchestrale, quello che sfocerà nella esecuzione delle sue musiche con Kent Nagano, Pierre Boulez… che aveva già avuto in Zubin Mehta un primo ingresso nella musica colta. E’ jazz, è orchestrale, è rock raffinato…è Zappa : un musica incredibilmente moderna, intricata, potente e melodica, diversa da qualsiasi cosa vi venga in mente… un po’ come vi aveva stupito il Davis di Bitches Brew o il Coltrane di A Love Supreme, ma con molta più fantasia e ironia. Laddove Davis e Coltrane dovevano rendere nota la musica nera ai bianchi, Zappa se ne frega e crea musica che dia un senso logico a tutto quello che ha prodotto fino a quel momento… e se non vi piacesse, pazienza !

E’ musica che non ha tempo, che non ha sponda, che non ha riferimenti, che non ha singoli e che li evita. Difficile e inevitabile, da adorare non da amare e basta. Musica che un cd dedicato a uno dei concerti del Petit Wazoo rende luminosa anche dal vivo, quando Zappa potrà nuovamente alzarsi dalla carrozzina dove è stato seduto per mesi dopo il famoso incidente del Rainbow di Londra. E’ da lì che suona e dirige, che compone e sorride…per chi ama andare oltre la banalità di quello che tutti possono suonare e comporre. Se è da avere ? No se non vi importa di portare a casa un pezzo della storia della musica contemporanea.

Sembrerebbe finita qua. Ma solo per ora… perché mentre trovo oggi sul web il numero 47 della serie Dick’s Picks dei Dead, si legge già che a marzo uscirà un doppio di FZ risalente al tour del 1980, quello con David Logeman alla batteria e con la doppia voce di Ray White e Ike Willis… io c’ero.

Ci dovrò essere di nuovo : il passato ci rincorre e chiede pegno.

2 Commenti

  • Davide Ferretti ha detto:

    Bravo Giancarlo. Ho apprezzato i tuoi ricordi e le tue recensioni delle “ opere “ di zio Frank. Immancabile secondo me il Waka / Wazoo. P.s. : Ray White secondo me è ed è stato più bravo di Ike Willis ( mi piaceva di più ) senza nulla togliere al secondo che è rimasto sino all’ultimo con FZ ( forse aveva un approccio più ironico ).

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